|
Scendendo
da Corso Garibaldi che è la via principale della città, si
trova, a sinistra, al numero 58, il teatro sociale. Sorge sul sedime dell'ex
convento di San Francesco. Ne fu architetto Piero Clerici e fu inaugurato
il 1852. La facciata è neo-classica con colonne a frontone. L'interno
ha una certa eleganza e presenta un triplice ordine di palchi. Il numero
di posti è di circa 500. E' stato restaurato più volte. La
distruzione del vecchio convento e della chiesa e il sorgente teatro sociale
rappresentano la fine delle vecchie strutture della città e l'inizio
di un epoca aperta alle attività ed interessi non solo economici,
ma politici e culturali della borghesia cittadina. Proseguendo per Corso
Garibaldi si arriva alla piazza XXXI Martiri, sulla sinistra vi è
il Centro Comunale di cultura, alla destra invece vi è il Duomo.
Il Centro Comunale di cultura è il vecchio municipio (palazzo Valentino)
restaurato Sul finire del 700 il vecchio palazzo minacciava di rovinare
e il consiglio decise di affidare una perizia all'architetto Alessandrino
Giuseppe Caselli, che consigliò di demolirlo e rifabbricarlo. I
Lavori vennero affidati a Vincenzo Lombardo e la prima pietra fu posta
dal governatore di Valenza Cavalier Robbio, nell'aprile del 1799 il palazzo
era terminato. Il consiglio comunale del tempo,in relazione alle scarse
finanze locali, ne commissionò i lavori in economia. Di nuovo pericolante
agli inizi del 1960, l'amministrazione comunale incaricò l'architetto
Valenzano Pier Massimo Stanchi della nuova ristrutturazione dell'edificio.
Le parti del vecchio comune sono state così congiunte con una nuova
struttura architettonica, sorgente sul sedime del vecchio cortile, secondo
una soluzione intelligente e audace. L'edificio a tre piani fuori terra
più un piano interrato contiene: al piano terra l'archivio riviste
e giornali e il locale per il custode, una piazzetta interna e il persorso
mostre; al primo piano il centro comunale di cultura vero e proprio e l'archivio
storico della città; al secondo piano la biblioteca civica, nell'interrato
vi è la saletta per le conferenze e proiezioni.
Il Centro comunale di cultura è stato aperto nel 1976. Il Duomo,
dedicato a Sta. Maria Maggiore, ha origine sconosciute e punto di
riferimento è la pergamena del 1096.Verso il XII secolo sorse, sul
sedime attuale, l'antico Duomo, ma con dimensioni minori. La struttura
era romanica con un portico avanti alla facciata, l'interno suddiviso in
tre navate, il coro posto davanti all'altare e il campanile staccato dalla
chiesa. Negli ultimi anni del 1500 l'edificio era in deplorevoli condizioni,
fu cosi' che nel 1600 il consiglio generale decise di fare costruire l'attuale
Duomo che fu affidato all'architetto di Lugano Paolo Falcone. La
prima pietra fu posta il 20 Ottobre 1619, il 9 Dicembre 1622 il Duomo fu
aperto al pubblico anche se non completamente ultimato. La facciata attuale
è del "Moriggi" che praticò una serie di restauri nel 1890.
Nel 1888 vennero realizzati lavori di pavimentazione. Le colonne all' interno
vennero rivestite in marmo nel 1903. Il nuovo coro venne completato nel
1909. le decorazioni dell' interno della chiesa vennero rifatte dal Morgari
e dal Boasso fra il 1884 ed il 1887, su quelle eseguite nel 1817 dal pittore
Filippo Comerio. Entrando dalla porta principale, subito a sinistra vi
è una copia del monumento funebre di Giovanni Aribaldi, fondatore
della chiesa di San Francesco, il cui originale si trova in questa chiesa.
Avanzando nella navata centrale, sulla sinistra vi è il pulpito
con lo stemma della città di Valenza datato 1700. L'altare maggiore
è opera di Giacomo Pellagatta e fu finito nel 1760. A Sinistra dell'altare
Maggiore vi è il pregevole quadro del Rosario datato 1620, che si
dice dipinto dal Moncalvino, uno dei tanti appellativi di Guglielmo Caccia,
detto il Moncalvo, notevole pittore monferrino (1565-1625). Nella navata
centrale a destra, in un vano, vi è una lapide romana. Nella cantoria
Sud del Presbiterio, in un artistica cassa barocca del 1779, è collocato
il monumentale ed originale organo a due tastiere costruito dai fratelli
Serassi di Bergamo nel 1852, modificato da Cesare Bernasconi di Varese
nel 1896/97, è stato restaurato nella fisionomia originale. Nella
casa parrocchiale infine è conservato un altro buon dipinto di Claudio
Gozzero.
|
L'esistenza
del palazzo Ceriana, costruito quasi sicuramente nel 600, insieme con il
palazzo Pastore, ci indica due cose: l'accresciuta importanza di Valenza
in questo periodo e il valore dato al palazzo nell'edilizia urbana. Lo
sviluppo di Valenza si inquadra in quello originale del Piemonte, che acccrescerà
la propria importanza fino ad assumere nell'ottocento un ruolo predominante
nella storia Italiana. Via Cunietti
continua con via Alfieri e finisce in piazza Lanza dove c'è la chiesa
di Santa Caterina. Costruita a partire dal 1584 da un maestro della famiglia
Panizzari per le monache Benedettine, la chiesa è a pianta ottagonale
e di bella fattura. La nobile famiglia De Cardenas vi accedeva dal suo
palazzo in via Banda Lenti. Dopo la sopressione del monastero che nel 1802
fu smembrato e venduto a lotti, passò alla Confraternita di San
Bartolomeo, il portale attuale di stile Gotico non è originale,
ma venne realizzato dal Gabetta su disegno di quello della scomparsa chiesa
di San Francesco agli inizi del 900 come pure il portale laterale. Sulla
facciata della vi sono antiche formelle in cattivissimo stato, provenienti
da chiede precedenti. L'edificio presenta parti crollate ed è in
cattivo stato di abbandono. Di fronte all'ingresso laterale di Santa Caterina,
in via Banda Lenti, si trova l'ex palazzo De Cardenas, oggi Trecate. Al
tempo in cui il palazzo fu costruito, doveva avere un aspetto imponente
per chi arrivava, a piedi o a cavallo, dalla porta di Bassignana. Le altre
case che adesso lo nascondono , infatti non esistevano, e oltre il parco
del palazzo, che prima era molto più ampio e bello di quello attuale,
c'era solo la rocca, una delle tante di Valenza, di cui ora resta solo
qualche traccia. L'edificio è formato da 4 ali con un cortile quadrato
interno. Il palazzo è stato costruito probabilmente nel secolo XVII
ma la facciata è stata sicuramente rimaneggiata.
|
Abbraccia
la zona compresa entro l'arco di Viale Padova. E' una delle zone più
caratteristiche della città, con suo bellissimo panorama che domina
i pioppeti del Po, il fiume, il ponte, i campanili della Lomellina. La
Colombina è limitata sul versante Nord-est dai resti delle
antiche mura e la sua posizione dominante sul paesaggio, ben visibile per
chi guarda Valenza arrivando dal Po, ci spiega le ragioni delle sue origini:
Valenza con Bassignana ultima roccaforte sulla destra del Po si sviluppa
infatti come cittadella fortificata, ben difesa dalle piene del fiume e
in posizione panoramica tale da consentire di avvistare un eventuale nemico
con discreto anticipo. Tutto il borgo medioevale si è sviluppato
nella zona che partendo dalla Colombina.
|
Le
mura di cinta costituiscono la più notevole opera monumentale di
Valenza. La loro importanza è storica, urbanistica, sociale: per
oltre mezzo millennio, dal 300 all'800, caratterizzando la città
come roccaforte, ne determinarono la vita, le vicende politiche, l'assetto
territoriale. Il tracciato interno, più antico, era quadrangolare,
con quattro porte orientate secondo i punti cardinali, al centro di ogni
lato. Successivamente in età barocca, vennero eseguite opere antemurali
oltre i valloni e sopratutto verso Alessandria, in corrispondenza del fronte
più debole. Nell'angolo di Nord-est, cioè nella parte più
alta e meglio difendibile, erano ubicati la rocca e il castello. Il valore
architettonico delle forticazioni valenzane è documentato da progetti,
stampe, descrizioni e antichi disegni tuttora conservati ed ha ispirato,
nel 1600, almeno due quadri dei quali un opera di Juan De La Corte, allievo
di Velasquez. La demolizione delle mura, ordinata da Napoleone nel 1805,
ha risparmiato per ragione tattiche il bastione della Colombina, franata
in parte, ha lasciato in vista la retrostante struttura archivoltata (cappelle).
|
Il
Duomo, dedicato a Sta. Maria Maggiore, ha origine sconosciute e punto
di riferimento è la pergamena del 1096.Verso il XII secolo sorse,
sul sedime attuale, l'antico Duomo, ma con dimensioni minori. La struttura
era romanica con un portico avanti alla facciata, l'interno suddiviso in
tre navate, il coro posto davanti all'altare e il campanile staccato dalla
chiesa. Negli ultimi anni del 1500 l'edificio era in deplorevoli condizioni,
fu cosi' che nel 1600 il consiglio generale decise di fare costruire l'attuale
Duomo che fu affidato all'architetto di Lugano Paolo Falcone. La prima
pietra fu posta il 20 Ottobre 1619, il 9 Dicembre 1622 il Duomo fu aperto
al pubblico anche se non completamente ultimato. La facciata attuale è
del "Moriggi" che praticò una serie di restauri nel 1890. Nel 1888
vennero realizzati lavori di pavimentazione. Le colonne all' interno vennero
rivestite in marmo nel 1903. Il nuovo coro venne completato nel 1909. le
decorazioni dell' interno della chiesa vennero rifatte dal Morgari e dal
Boasso fra il 1884 ed il 1887, su quelle eseguite nel 1817 dal pittore
Filippo Comerio. Entrando dalla porta principale, subito a sinistra vi
è una copia del monumento funebre di Giovanni Aribaldi, fondatore
della chiesa di San Francesco, il cui originale si trova in questa chiesa.
Avanzando nella navata centrale, sulla sinistra vi è il pulpito
con lo stemma della città di Valenza datato 1700. L'altare maggiore
è opera di Giacomo Pellagatta e fu finito nel 1760. A Sinistra dell'altare
Maggiore vi è il pregevole quadro del Rosario datato 1620, che si
dice dipinto dal Moncalvino, uno dei tanti appellativi di Guglielmo Caccia,
detto il Moncalvo, notevole pittore monferrino (1565-1625). Nella navata
centrale a destra, in un vano, vi è una lapide romana. Nella cantoria
Sud del Presbiterio, in un artistica cassa barocca del 1779, è collocato
il monumentale ed originale organo a due tastiere costruito dai fratelli
Serassi di Bergamo nel 1852, modificato da Cesare Bernasconi di Varese
nel 1896/97, è stato restaurato nella fisionomia originale. Nella
casa parrocchiale infine è conservato un altro buon dipinto di Claudio
Gozzero. La via che si apre in fondo a destra di Piazza XXXI Martiri, guardando
dal centro della piazza, è via Pellizzari, ove sorge il municipio
della città, situato in Palazzo Pellizzari. Alla fine del 700 il
Signor Simone Cordara Pellizzari fece edificare questo palazzo che è
fra i più belli della città. Le finestre
della facciata e del cortile, con timpani triangolari e curvilinei, sono
di gusto neoclassico. Il telamone che sorregge il balcone verso il cortile
molto popolare a Valenza. Ai lati c'erano nicchie ora chiuse. Grandiosa
la doppia scala di accesso al primo piano. A metà vi è una
lapide in bronzo. Giunti al piano mobile si accede nel vasto salone, oggi
sala del Consiglio Comunale. Affreschi sono un po' ovunque nelle stanze
e nei saloni ora adibiti ad uffici, opera di Giacomo Babba e Pietro Perosi.
Napoleone I vi fù ospitato ripetutamente e un busto è ora
nel salone del consiglio a ricordarlo. Ritornando in piazza XXXI Martiri,
che comunque i Valenzani chiamano semplicemente con il nome di Piazza Duomo,
scendendo a destra lungo via Po, alla seconda traversale a destra si trova
via Pastrengo, sull'angolo sinistro con via Cavour, sorge la chiesa della
Santissina annunziata. Il monastero dell'annunziata venne fondato tra il
1431 e il 1441 da religiose dell'ordine di Sant'Agostino. Durante l'assedio
del 1696, venne quasi completamente distrutta e le monache si trasferirono
presso l'ospedale a porta Po. Fu' allora costruita una nuova chiesa
a partire dal luglio 1699. Lo stile della facciata è barocco piemontese,
con mattonato a vista di notevole dignità e il campanile presenta
linee non meno mosse. Di bellissimo effetto, all'interno del campanile,
la spirale dei gradini di pietra direttamente infissi al muro. L'interno
è a pianta centrale con transetto appena segnato dalle due opposte
cavità, nelle quali trovano posto, a destra e a sinistra di chi
entra, due altari di stucco si semplice architettura, eretti nello stesso
periodo dell'edificio. Una cupoletta copre il centro di questa prima parte
dell'edificio, nella quale trova risalto l'altare maggiore in marmo. Nel
sotteraneo dell'edificio vi è la cripta sepolcrale delle suore di
clausura, che venivano inumate sedute su di un apposito scalino delle cellette
e tenute in quella posizione da un supporto di legno che veniva posto sotto
il manto. le cellette murate portano ancora oggi l'anno e il mese della
sepoltura, senza alcun nome.Il monastero dell'annunziata venne soppresso
nel 1802 e la chiesa fu affidata ai frati San Camillo e poi alla confraternita
di San Rocco. Ritornando in via Po, si prenda la seconda traversale a sinistra
che è via Santa Lucia, sull'angolo sinistro con via Felice Cavallotti
c'è la chiesa di San Bernardino. Appartenente alla confraternita
omonima. la chiesa venne costruita con l'aiuto della famiglia Mario
verso il 1500. Nei secoli successivi essa venne ampliata ed abbellita,
oggi non presenta oggetti di particolare interesse, salvo nella cantoria
un organo positivo di Paolo Mentasti di Casale Monferrato, costruito nel
1894, utilizzando molte canne del precedente organo settecentesco. Proseguendo
in via Goito si trova all'angolo sinistro con via De Amicis, Casa Facelli.
Un tempo abitazione della famiglia Mario, conserva sulla facciata testimonianze
di finestre ad arco a tutto sesto e di numerosi rimaneggiamenti, difficile
stabilire il periodo dell'edificio, ma l'ampia struttura e le finestre
ben distribuite suggerirebbero il XVI secolo. Via Goito finisce a destra,
nella piazza Statuto al fondo della quale c'è San Rocco. L'antico
convento dei cappuccini fabbricato fuori mura, venne distrutto durante
l'assedio del 1635. I religiosi decisero di ritirarsi in un luogo più
sicuro ed eressero in piazza Statuto il convento e la chiesa. Nel 1802
la chiesa venne ceduta alla confraternita di San Rocco. Ritornando in via
Goito e proseguendo per via Carducci c'è l'ex convento di San Domenico
oggi scuole elementari di via Carducci. Per via Carducci si arriva in via
Cunietti e sull'angolo a sinistra si trova la Santissima trinità
che fu un tempo proprietà della Confraternita di Santa Maria del
Cappuccio, pose la prima pietra nel 1585 il prevosto Vincenzo Bocca delegato
dal Vescovo di Pavia, sopra la porta d'ingresso vi è l'organo positivo
ottocentesco. Proseguendo per via Cunietti, all'incrocio con via Felice
Cavallotti troviamo sull'angolo sinistro, Palazzo Ceriana e sull'angolo
destro, Palazzo Pastore.
|
.
|
|