In Piemonte la spending review cancella sette tribunali su sedici: in pratica, tutti quelli che non hanno sede in un capoluogo di provincia con la sola eccezione di Ivrea, eccezione che ha già provocato polemiche. I tagli riguardano i tribunali di Acqui Terme, che viene accorpato a quello di Alessandria, di Alba, che passa sotto Asti, di Casale Monferrato (accorpato ad Alessandria), di Mondovì (unito a Cuneo), di Pinerolo (fuso con Torino nonostante avesse i numeri per "sopravvivere "), di Saluzzo (accorpato a Cuneo), e di Tortona (ad Alessandria). Insieme al Tribunale viene soppressa la relativa Procura.
Viene anche cancellata la metà delle province (rimagono in tre: Alessandria che accorpa Asti, Cuneo, Novara che ingloba Verbania, Vercelli e Biella più Torino, che diventa Città metropolitana). Ci saranno anche meno questure, meno uffici dell'Agenzia delle entrate e così via. Sarà una rivoluzione per le istituzioni piemontesi. La spending review colpirà però non solo gli uffici pubblici: tra le norme c'è anche quella che chiede che al più presto le tante società cosiddette "in house" (quelle che dipendono dagli enti pubblici ma
possono avvalersi delle regole delle aziende private) vengano o dismesse o riassorbite, all'interno della pubblica amministrazione. Qualche esempio? Il Csi, il consorzio informatico della Regione, ma anche Tne, i parchi tecnologici, 3P e Torino Wireless.
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